Aristide Rontini esplora il corpo come luogo di metamorfosi e memoria, dialogando con l’eredità di Pasolini. In questo solo, la danza raccoglie tracce del passato, trasformandole in luce. Le “lucciole” pasoliniane diventano postura poetica, un bagliore di presenze inafferrabili. La scena si apre a infinite possibilità, tra vissuto interiore ed esperienza condivisa.
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