
“I’ve seen that face before" di Giovanni Insaudo è un'immersione profonda nel mondo interiore dell'interprete, esplorando il delicato istante tra la fine di una performance, il ritorno dei danzatori sul palco e l'incontro con il pubblico. Si pone le domande: sono gli inchini stessi una conclusione o una performance in sé, parte integrante dello spettacolo? L'interprete ha la possibilità di staccarsi dalla performance, o essere osservato è un prolungamento della stessa?