Il diario di una donna alle prese con il suo quotidiano, frastornata dalle attuali dinamiche per le quali ogni attimo è un turbinio di pensieri e azioni che si accavallano, e che possono rendere la giornata inconcludente, tra le mille sollecitazioni della rete, la messaggistica, persino il personale atto creativo, i pensieri e le idee che non si fa in tempo a trattenere, le incombenze giornaliere e le attenzioni superflue a fatti marginali. Riversando su carta azioni e pensieri cerca in parte di svuotarsene, di trovare ristoro e, forse, utilità. Nel racconto vorticoso e spesso non-sense delle giornate irrompe però disturbante sempre un pensiero, quasi una dimenticanza, una nota a margine: la guerra. “Ah già, la guerra …” continua a ripetere la donna. Nasce così un confronto tra le due dimensioni, le nostre vite protette e spesso intrise di superficialità, e le guerre e i loro atroci accadimenti che restano sempre sullo sfondo di un qualunque “Ah, già …”Procedono i diversi giorni finché la notizia di una strage di bambini nelle zone di guerra fa entrare la donna in confusione, in una sequenza di pensieri angoscianti che la portano ad essere metaforicamente la madre di ogni bambino, forse del suo stesso bambino, in una dolorosa immedesimazione. Da qui la finzione non può che cedere il passo alla realtà, il video con i volti e i nomi dei bambini palestinesi uccisi, la data e il luogo della loro morte; il racconto dell’incontro virtuale dell’autrice col drammaturgo palestinese Hossam Al-Madhoun, che, irrompendo virtualmente con un video da lui registrato in Medio Oriente, ci regala una pagina sognante e drammatica sulla Giornata Mondiale del Teatro – 27 Marzo 2024 – da lui vissuta a Gaza. Noi gli facciamo eco, condividiamo il suo sogno, cerchiamo con le nostre piccole azioni artistiche di non tacere.
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