Solo gli sfigati lavorano la domenica è una spassionata dichiarazione di delusione verso un mondo che ci vuole performanti, credibili, attivi, eroici, produttivi anche quando il lavoro non c’è. Solo gli sfigati lavorano la domenica è un racconto tutto al femminile sulle diseguaglianze di genere nel mondo del lavoro e non solo. Solo gli sfigati lavorano la domenica è un manuale di sopravvivenza per chi lavora, per chi continua a cercare lavoro, per chi vorrebbe cambiare lavoro, per chi non sa più lavorare. Solo gli sfigati lavorano la domenica è la domanda che supera sempre l’offerta. Ma è anche un atto d’amore verso il nostro io profondo, quell’io speranzoso, che ogni tanto, stanco sul divano a fine giornata, torna a chiederci “Era questa la vita che sognavi da bambino? ” Parole, azioni, opere, omissioni e musica sintetica s’inalberano sulla scena scandendo tempi di grande leggerezza e profonda riflessione. Uno specchio in cui ogni spettatore potrà riconoscersi, aldilà di ogni deformazione professionale e pura consapevolezza. Tra cambi di registro, dal comico al grottesco e dal drammatico al tragico passando per la farsa, la scena si colora di quadri, atmosfere sfocate o vivide, il cui centro pulsante è il lavoro con le sue contraddizioni, visioni, speranze.
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