
Cosa significa essere unə danzatorə quando la danza è vietata, come accade in Iran? Come ci si sente a non poter fare qualcosa cui si è dedicata tutta la vita? Partendo da queste domande, la drammaturga Nasim Ahmadpour e il regista Ali Asghar Dashti creano uno spettacolo fatto di parole. Sul palco, due performer completamente immobili descrivono i movimenti che avrebbero fatto se avessero potuto ballare. È la parola che descrive – un gesto della mano, un passo verso il lato – a dar vita a una coreografia immaginata, che non può più essere creata. Il racconto, dettagliato e intenso, della danza si intreccia con episodi della storia recente iraniana, come quella del regista teatrale Hamid Samandarian, a cui fu vietato di lavorare nei teatri all'inizio degli anni Ottanta. La sua compagn...
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