direzione artistica e organizzazione Ascanio Celestini, Susanna Cerboni con la collaborazione di Alessio Lega «Io sono una musicista che a un certo momento della sua vita, uscita dal conservatorio e dal corso di specializzazione con Segovia… mi sono appassionata alla musica di tradizione orale. Una musica che porta in sé anche i valori della musica classica che è successiva alla musica di tradizione orale. Io mi sento per nulla schizofrenica se oggi scrivo un quintetto per arpa e domani scrivo un canto popolare». Giovanna Marini A un anno dalla scomparsa di Giovanna Marini vogliamo portare sul palco questa musica “per nulla schizofrenica”. Farlo con artisti che l’hanno frequentata, amata o conosciuta anche da lontano. Musicisti, ma non solo, che possono far risuonare la sua musica fatta anche di parole e soprattutto di incontri, di storie di persone. Non è un omaggio, una veglia, una celebrazione. È una serata per mettere in fila il suo lavoro, farlo parlare con le nostre voci. Oggi l’enorme produzione di Giovanna può essere a disposizione degli artisti che hanno la voglia di risuonarla, ricantarla, riparlarla. Dunque, abbiamo chiesto agli artisti di interpretare una cosa di Giovanna. Diciamo “cosa” perché può essere una canzone, un racconto, un pezzo del suo lavoro. L’importante è che sia qualcosa che parla con le parole che lei ha usato. Scritte, trascritte, rubate, inventate. Non importa. Usiamo la nostra voce per far risentire la voce sua. Foto di Claudio Vedovati
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